TERAPIA AUTOLOGA RIGENERATIVA (TAR) IN GINECOLOGIA: SEFFIGYN®

a cura della Dr.ssa Marina Mantovani


La sindrome genitourinaria rappresenta una delle patologie più frequenti della post-menopausa. Già dopo i primi anni dall’insorgere della menopausa almeno il 50 % delle donne presenta almeno uno dei sintomi tipici di questa patologia: prurito vulvovaginale, secchezza, bruciore, dolore durante i rapporti sessuali, urgenza minzionale, cistiti e vaginiti ricorrenti.

Questo corredo sintomatologico è legato ai cambiamenti ormonali che determinano modificazioni importanti a livello vulvovaginale: la mucosa vaginale diventa pallida, sottile, priva delle pliche rugose presenti in età fertile così importanti per la distensione della vagina durante il rapporto sessuale; le grandi labbra perdono turgore ed elasticità, si svuotano e tendono a raggrinzirsi, contribuendo ad aumentare il disagio delle donne che vedono il proprio corpo invecchiare anche a livello genitale. Solo il 25 % delle donne riferisce al proprio medico questa sintomatologia, per pudore, per vergogna o forse perché questi cambiamenti vengono vissuti come l’evoluzione inevitabile della menopausa.

Chiaramente le donne che hanno una vita sessuale attiva vivono questa condizione con grande disagio, come pure le donne single che si approcciano a nuovi incontri.

L’aumento della vita media delle donne, che dai 50 anni del secolo scorso è passata agli 85 dei giorni nostri, rende necessario far coincidere l’aspettativa di vita con l’aspettativa di salute ed è quindi fondamentale ricercare il benessere a 360°.

I genitali femminili riprendono la loro identità di organi importantissimi per la salute sessuale e la loro integrità è indispensabile sia per la quotidianità che per una vita di coppia soddisfacente


In genere in menopausa vengono utilizzate terapie mediche: la TOS (terapia sostitutiva con ormoni di sintesi) e la BHRT (terapia con ormoni bioidentici) che non risolvono completamente la sintomatologia locale e vengono associate a terapie con ovuli, creme, gel idratanti a base di acido ialuronico, ormoni, sostanze emollienti, idratanti e/o vitamine che devono essere utilizzate in modo costante, danno un sollievo momentaneo ma non hanno un impatto significativo sulla sintomatologia né sulla patologia di base.


Negli ultimi anni sono state utilizzate laserterapia locale, carbossiterapia, radiofrequenza, acido ialuronico iniettivo e da ultimo la medicina rigenerativa, fiore all’occhiello delle nuove terapie nella sindrome genitourinaria perché ha la capacità di rigenerare i tessuti atrofici, utilizzando le risorse del proprio tessuto adiposo.

La TAR sfrutta la potenzialità del nostro tessuto adiposo, ricco di cellule staminali omologhe di origine mesenchimale e di fattori di crescita che, impiantati a livello vulvovaginale, permettono la riparazione dei tessuti danneggiati con la risoluzione completa della sintomatologia e il ripristino della funzionalità tissutale.


Metodica SEFFIGYN®
Il trattamento Seffigyn® rappresenta la metodica ideale per il ginecologo, in quanto estremamente sicura ed efficace, utilizzabile anche da chi non lavora quotidianamente in sala operatoria. Il trattamento può essere eseguito in ambiente ambulatoriale e la guida contenuta nel dispositivo permette il prelievo di cellule staminali omologhe di origine mesenchimale in modo standardizzato, sicuro ed efficace.

Nel dispositivo Seffigyn® sono contenuti:
la guida brevettata che consente di prelevare il tessuto adiposo ad una profondità non superiore a 15 mm, dove è maggiore la vascolarizzazione e la presenza di cellule staminali mesenchimali e di fattori di crescita vasculostromali;
la microcannula Seffigyn® (Superficial Enhanced Fluid Fat Injection) con fori di aspirazione di 1 mm, necessari per prelevare i cluster cellulari già idonei all’impianto, senza necessità di manipolazione;
tutto il materiale monouso necessario al prelievo e alla preparazione. Mancano solamente i farmaci necessari all’esecuzione della anestesia in sede di prelievo e in sede di impianto.

La procedura è estremamente semplice e sicura. Il prelievo e il trattamento hanno una durata di circa 50-60 minuti e prevedono un’infiltrazione con 30-40 ml di soluzione anestetica a livello dell’addome, dei fianchi o preferibilmente della zona sotto-trocanterica, dove il tessuto adiposo è meno fibrotico.

Dopo circa 10 minuti si procede al prelievo mediante il sistema guida/cannula/siringa Vaclok. Il tessuto prelevato viene fatto decantare con soluzione fisiologica, poi lavato e infine fluidificato mediante 5/6 passaggi tra una siringa e l’altra. Il tessuto fluidificato viene poi trasferito in piccole siringhe da 3 ml, più maneggevoli per l’impianto con ago 23 G o microcannula.

Aree da trattare
Previa applicazione di un anestetico locale si procede alla esecuzione di ponfi a livello dell’introito vaginale, iniziando dalla forchetta vaginale dove la mucosa è estremamente sottile e richiede un impianto di tessuto più abbondante che non nelle altre zone.

Una volta terminato l’impianto, l’introito vaginale viene massaggiato per favorire l’espansione del materiale innestato e viene applicata una minima quantità di crema antibiotica.

Successivamente si procede al creare due punti d’accesso sulle grandi labbra per entrare con la cannula ed impiantare le cellule staminali anche a livello delle grandi labbra che generalmente si presentano appiattite, poco turgide e spesso raggrinzite.

I punti di accesso vengono creati o a livello della zona paraclitoridea (a circa 2 cm dal clitoride) oppure ai lati della forchetta vaginale a seconda del quadro clinico e della necessità di impiantare il tessuto.

Non sono necessarie medicazioni o precauzioni particolari, se non astensione dai rapporti sessuali per 5-6 giorni e astensione dall’andare in bicicletta o a cavallo per una decina di giorni. Nella sede del prelievo vengono posizionati due steril strip sul foro di ingresso della cannula ed eseguita una leggera compressiva.

Risultati
Nell’agosto 2021 è stato pubblicato un articolo su Int.J.Gynecol Obstet 2021;00 :1-8 “A new approach to regenerative medicine in gynecology”, M. Mantovani, A. Gennai, P.R. Russo, in cui abbiamo portato i primi 12 casi di trattamento con i relativi risultati estremamente interessanti.

La metodica sembra essere la più efficace nel trattamento della sindrome genitourinaria, soprattutto nelle forme severe. La stimolazione rigenerativa continua nel tempo ed ha bisogno sia di ripetizioni periodiche, sia di terapie di mantenimento che devono essere “cucite” addosso alle pazienti come abiti su misura. Il secondo trattamento di solito viene programmato a circa un anno di distanza dal primo se la paziente segue i programmi di mantenimento, ma tutto dipende anche dal grado di atrofia iniziale e dall’età della paziente.

Possiamo concludere che la metodica Seffigyn® rappresenta una vera e propria tecnica rivoluzionaria nel mondo ginecologico che si avvicina in modo concreto e costruttivo alla medicina estetica, con soddisfazioni veramente importanti sia per il ginecologo che per la paziente.