ANCHE L’UOMO SCOPRE L’ESTETICA – OBIETTIVO DEL “SESSO FORTE”: RIDARSI UN TONO E TOGLIERSI QUALCHE ANNO

a cura della Dr. Daniele Bollero


In una società in cui l’apparenza conta quanto la sostanza, anche e soprattutto nella vita professionale, non stupisce più di tanto il fatto che siano sempre di più gli uomini che si rivolgono al chirurgo plastico.

Non è solo vanità quanto il piacere di sentirsi bene con se stessi, più attraenti nella vita e nel lavoro. E chi si stupisce davanti al ventaglio sempre più ampio di trattamenti che la medicina o la chirurgia estetica offrono “declinati al maschile”, è bene che sappia che se ne parlava già quasi un secolo fa…

“La chirurgia estetica mi è parsa come un vero beneficio sociale che permette tanto agli uomini quanto alle donne di prolungare le loro possibilità di lavoro in maniera insperata.” Suzanne Noel “La chirurgieesthetique. Son role social” – Paris – 1926

L’estetica quindi come un aiuto per darsi sicurezza, supporto per sentirsi meglio non solo nella vita privata ma anche in quella sociale. Che l’estetica non sia più un orizzonte prettamente femminile lo testimoniano già da qualche tempo anche i numeri.

Ormai sempre più uomini si dimostrano attenti alla cura di sé come prospettiva esulante dall’ambito specificatamente dietetico e sportivo.

In altri termini, per l’uomo moderno filler e botulino non costituiscono né un oggetto misterioso né un tabù…

Ma chi è l’uomo che si rivolge a noi?
Prestandoci al gioco, penso che il modo migliore per introdurre la questione sia comporre l’identikit del paziente-tipo. In via generale, avremo infatti un maschio dai 35-40 anni in su, curato, quotidianamente a contatto con il pubblico e pertanto molto attento alla propria presenza. In seconda battuta, noteremo di aver a che fare con un orecchio ricettivo, capace di aprirsi con interesse alle novità e di ponderare attentamente le voci arrivategli come passaparola.

Senza ombra di dubbio, una donna avrà avuto modo di raccontare al nostro paziente la propria esperienza in materia di rughe e botulino: e tutto rende ragione, almeno in prima battuta, di un uomo che giunge ai nostri studi incuriosito, magari senza conoscere nei minimi dettagli la materia, ma di certo propositivo e pronto a provare l’esperienza, a regalarsi un’attenzione particolare.

Il botulino quindi come risposta antiaging, ma non solo. Esiste un nutrito gruppo di pazienti, ad esempio, che sceglie il trattamento in via peculiare per contrastare la sudorazione delle ascelle, in gergo, l’iperidrosi. Credo pertanto che la materia tossina botulinica non possa essere liquidata unicamente sotto la categoria trattamento, o ancor più semplicemente etichettata come rimedio, ripiego anti-età.

Per sicurezza e versatilità, il botulino è entrato a far parte dell’immaginario comune legandosi al wellness tanto quanto lo sono l’alimentazione e l’abbigliamento. Ad ogni modo, per riprendere la questione “anti-aging”, ci terrei però a precisare una cosa, o meglio, a dare un consiglio ai nostri lettori di sesso maschile.

E cioè: dobbiamo sempre ricordarci che persino la fantomatica ruga ha un suo pregio; anzi, essa sa essere una condizione imprescindibile per un volto maturo, interessante e profondo.

A mio parere, una linea sottile nel maschio va lasciata. Non cadiamo nella trappola della perfezione a tutti i costi: l’effetto ottenuto, altrimenti, rischierebbe di remare nella direzione opposta alle aspettative, sbugiardando sin da subito l’avvenuto “ritocchino”.
Il segreto è intervenire sì, ma senza farsi prendere la mano ed i risultati saranno sempre ottimi. Un esperto del settore sa bene dove andare a lavorare, mettendo al riparo il paziente da spiacevoli effetti anti-naturali.

La parola chiave però è rispetto delle linee, osservazione di uno stile che non imbrigli la dinamicità dello sguardo e restituisca piuttosto piena espressività al volto.

In uno slogan: pochi tocchi, grande naturalezza.

Giusto per farci una prima idea dovremmo pensare al viso come a un’armonia fra regioni.
L’ equilibrio complessivo altro non è che il bilanciamento fra tre ipotetici terzi: grossomodo, una prima area muove dalla fronte e si estende sino alle sopracciglia, una seconda intercetta occhi e zigomi, mentre la terza si spinge dalle labbra al mento.

Ebbene, direi che una tecnica di ringiovanimento di qualità con il botulino potrebbe prendere in considerazione per l’appunto i primi due terzi. Nella fattispecie, la tossina botulinica si presta molto bene alla correzione delle rughe frontali, glabellari – fra le sopracciglia, e infine orbitarie – le classiche zampe di gallina.

Una fiala di botulino è sufficiente e con 15 minuti a seduta, (30 totali se aggiungiamo il tempo della visita), si avrà il nostro ringiovanimento.

Basterà ad esempio mimare all’eccesso, per qualche ripetizione, l’atto di sollevare e corrugare la fronte o di stringere gli occhi.Sicché, se al carattere ambulatoriale associamo la rapidità, capirete bene le ragioni per le quali il nostro trattamento viene definito “il classico ritocchino della pausa pranzo”.

Quanto ad accortezze, non ce ne sono in particolare, e tuttavia ci terrei a precisare che qualche minima attenzione – o regola di buon senso – dovrebbe semmai essere sempre osservata nel post trattamento.

Il messaggio è questo: il prodotto deve restare dov’è iniettato, perciò per un paio d’ore niente massaggi, niente cuffie o caschi.

Sconsiglio ai miei pazienti l’attività fisica nella giornata di trattamento ma incoraggio a praticare semplici esercizi “d’espressione” che facilitino la penetrazione della tossina.

Basterà ad esempio mimare all’eccesso, per qualche ripetizione, l’atto di sollevare e corrugare la fronte o di stringere gli occhi.

Ultimo punto la poca invasività: gli uomini non accettano di buon grado le iniezioni ed i microaghi che utilizziamo sono molto apprezzati, facendo preferire il botulino ai filler per le rughe, sicuramente più invasivi.