LA BELLEZZA DELLE GAMBE PROTOCOLLI COMBINATI

a cura del Dr. Gabriele Bo


Molto spesso le nostre pazienti si presentano in studio, per una prima visita corpo, in tarda primavera, spinte dall’esigenza di presentarsi al meglio all’appuntamento con l’estate, la spiaggia, il leggero guardaroba estivo.

Ma la sveglia per la prova costume andrebbe puntata qualche mese prima perché purtroppo non sempre la fretta delle pazienti coincide con le tempistiche necessarie per soddisfare le loro esigenze.

Alcune disarmonie possono essere infatti affrontate con tecniche ambulatoriali e tempi di recupero pressoché assenti, ma il risultato necessita di diverse sedute; altre dovrebbero essere affrontate chirurgicamente con risultati definitivi. Ma con tempi di recupero più lunghi.

Il periodo giusto per affrontare questi argomenti dovrebbe essere infatti l’autunno o il primo inverno per situazioni multifattoriali, l’inizio della primavera per contesti isolati di cellulite o insufficienza venosa.

Rispetto al viso, la valutazione della gamba può risultare molto piu semplice, ma non sempre lo è.

La paziente deve essere in posizione eretta possibilmente su una scaletta, le questioni da valutare sono atrofia muscolare, insufficienza venosa, cellulite, adiposità localizzata e lassità cutanea.

Mentre per l’atrofia muscolare consigliamo sempre un buon personal trainer che sappia programmare un allenamento specifico in grado di sviluppare una muscolatura armonica senza gravare sul sistema venoso e portandole tutti i benefici psicofisici che lo sport può dare.

L’argomento primario da affrontare è l’insufficienza venosa, molto spesso la paziente che si presenta con cellulite o un accumulo di grasso non è consapevole di avere delle vene che non stanno lavorando come dovrebbero, gonfiando la gamba e dandole un senso di pesantezza e spesso anche fastidio.

Valutandola con una semplice transilluminazione possiamo capire se il circolo venoso superficiale sia competente o meno. In caso di vene varicose possiamo trattarle ambulatorialmente con la scleroterapia, questa volendo semplificare ci permette di chiudere dei rubinetti che perdono, portandole subito un senso di leggerezza migliorando sia la clinica che l’estetica di vene ed eventuali capillari.

Secondariamente possiamo trattare la cellulite con la carbossiterapia, una tecnica sempre ambulatoriale tanto semplice quanto efficace utilizzata anche in altri campi medici. Chiusi questi ”rubinetti” la carbossiterapia ci permette di andare ad agire direttamente sul tessuto andando a drenare e rivascolarizzare tutta la gamba da pochi punti di accesso.

Ottenendo degli ottimi risultati su un argomento difficile da trattare fino a qualche anno fa come la cellulite.

In questo caso sara opportuna una buona consulenza in quanto la carbossiterapia non sarà utile su un eventuale adiposita localizzata, che dal mio punto di vista, come la lassita cutanea rimane chirurgica e viceversa la chirurgia non sarà efficace sulla cellulite.

Al contempo però queste tecniche si compensano l’un l’altra, potendo utilizzare la carbossiterapia anche nel recupero post operatorio. L’adiposità localizzata per semplificare anch’essa possiamo considerarla la gobba del cammello, ovvero una sorta di riserva in caso di carestia, ovvero a seconda di dieta ed attività fisica la cellula adiposa puo essere grassa o magra, ma se abbiamo una eccesso di cellule adipose in alcuni punti, tipicamente i fianchi nel maschio, culotte de chaval e addome nelle donne, l’unica soluzione definitiva per rimodellare la silouhette è la sala operatoria.

In questo caso io apprezzo molto il lipovaser una tecnica che ci consente sia una forma perfetta che una buona retrazione cutanea evitando lassità, fastidiose cicatrici e con tempi di recupero brevi.