PIÙ LASER PER TUTTI e il grasso se ne va

a cura del Dr. Daniele Bollero


“Buongiorno Dottore, ma lei opera con il laser?”
Ecco un domanda tipica che ogni chirurgo plastico si sente sottoporre dai pazienti. Dietro questa domanda non c’è assolutamente una richiesta di tecnologie avanzate, di modernità ma il concetto che il laser non sia invasivo, non faccia male e non lasci cicatrici. Viene visto come una scorciatoia rispetto alla chirurgia tradizionale. “Certo, io la liposuzione la eseguo con il laser!” È la mia risposta ma tutte le volte la devo argomentare attentamente. Sicuramente la laserlipolisi è una metodica interessante e molto apprezzata ma la partenza della richiesta dei pazienti (sia uomini che donne) è legata appunto al concetto di scarsa invasività rispetto alla liposuzione tradizionale con quelle cannule che fanno tanto paura.

Young woman with marks for liposuction operation on light background. Cosmetic surgery

In realtà il laser è invece un’aggiunta alla liposuzione tradizionale. L’introduzione recente di macchinari laser versatili con applicazioni sia ambulatoriali che in sala operatoria ha rivoluzionato il mio approccio alla rimozione del grasso. Utilizzo infatti un laser a diodi con fibre che entrano comunque nel corpo veicolate o da una fibra ottica di 400-600 micron (0,4 -0,6 mm) o all’interno di una cannula nel caso di lipoaspirazioni di maggiore volume. Moderni laser a diodi con lunghezza d’onda di 1470 nm permettono infatti, a differenti potenze, di lavorare sia sul tessuto cutaneo che sul tessuto adiposo. La differenza maggiore è la potenza del laser che fino a 3-4 watt è facilmente tollerato in procedure ambulatoriali in studio ma, a potenze superiori, sino a 8 watt, necessita di un’anestesia tipo sedazione per un miglior comfort.

Le moderne apparecchiature, di piccole dimensioni e facilmente trasportabili, quindi permettono di agire con diversi obiettivi dove, chiaramente, maggiori potenze danno risultati più eclatanti sia in termini di recupero cutaneo che di liquefazione termica del tessuto adiposo.

Alle basse potenze il laser permette una buona retrazione cutanea e/o un minimo scioglimento del tessuto adiposo superficiale, non necessitando una aspirazione del grasso e quindi una minore invasività, creando un danno tissutale che porterà allo scioglimento endogeno del tessuto adiposo. La fibra ottica può essere autopenetrante quindi non vi sarà neanche la necessità di incisione chirurgica in queste situazioni.

Questi sono i casi di piccoli accumuli adiposi o di lassità cutanea minima. Nella sala operatoria il laser dà, a mio parere, il suo massimo. Uno dei problemi della liposuzione è il recupero cutaneo. Da sempre il chirurgo plastico ha elaborato strategie complementari per una migliore retrazione cutanea, dall’utilizzo delle guaine alla prescrizione di linfodrenaggi e trattamenti fisioterapici. Recentemente sono stati introdotti sul mercato macchinari basati sulla radiofrequenza e sugli ultrasuoni per favorire la retrazione cutanea post-liposuzione. Device però molto specifici e unicamente da sala operatoria, che necessitano anche di attenzione per le possibili sequele sulla cute (ustioni superficiali principalmente).

La versatilità invece dei moderni laser a diodi sta nuovamente nel fatto della sua applicabilità in differenti setting permettendo uno sfruttamento massimo delle sue potenzialità. In sala operatoria agisce da complemento al termine delle liposuzioni a medio – grandi volumi per favorire al massimo la retrazione cutanea ad alte potenze di erogazione.

Nella mia esperienza il laser anche ad alti flussi, non ha sviluppato dopo il trattamento, lesioni cutanee né aree di alopecia, sicuramente altro punto a favore per una tecnologia minimamente invasiva. Il risultato della laserlipolisi si apprezza già dai primi giorni ma la retrazione cutanea e il rimodellamento del tessuto adiposo proseguirà sino ad ottenere un risultato stabile dopo 3-6 mesi.