a cura del Dr. Angelo Crippa
La carbossiterapia è il rimedio per le donne che combattono l’eterna battaglia per gambe più sane e più belle. L’impiego dell’anidride carbonica a scopo terapeutico è una cura efficace e sicura per le malattie venose croniche: dai capillari alle vene varicose, dalle ulcere venose a quelle arteriose fino ai linfedemi. Sviluppata in Francia nel 1932 alle terme di Royat a Clermont- Ferrand e importata in Italia negli anni Novanta, la carbossiterapia vanta oggi una ampia diffusione in flebologia, grazie alla sua comprovata capacità di riabilitare la microcircolazione, migliorando così l’ossigenazione dei tessuti e, quindi, l’elasticità della pelle.
Considerata un trattamento classico nella cura delle patologie venose, la carbossiterapia ha esteso negli ultimi anni il suo raggio d’azione anche nel campo della medicina estetica e della chirurgia plastica, diventando una delle “armi” più utilizzate tanto per eliminare smagliature e cicatrici, cellulite e adiposità localizzate, quanto per attenuare gli inestetismi della pelle provocati dal rilassamento cutaneo associato all’avanzare dell’età.

IL “BELLO” DELL’ANIDRIDE CARBONICA
La carbossiterapia consiste nella somministrazione, per via sottocutanea o intradermica (con micro iniezioni localizzate), di una quantità controllata di anidride carbonica allo stato gassoso a scopo terapeutico. È proprio l’anidride carbonica la “regina” di questo trattamento. Per quanto la sua formula chimica – CO2- sia solitamente associata a un concetto di tossicità (basti pensare alle emissioni dei combustili fossi responsabili dell’inquinamento atmosferico), l’anidride carbonica utilizzata durante le sedute di carbossiterapia è atossica, in quanto identica alla CO2 che è prodotta naturalmente dal nostro metabolismo cellulare e che eliminiamo respirando.
Di conseguenza, essa non risulta nociva al nostro organismo, non provoca embolia ed è smaltita a livello fisiologico. Solitamente, al termine di un singolo trattamento con carbossiterapia, il gas iniettato è riassorbito in pochi minuti attraverso l’emoglobina ed eliminato attraverso polmoni, reni e pelle. Per fare un esempio, il nostro organismo, in condizioni di riposo, elimina 200 ml/minuto di anidride carbonica. In condizioni di iperventilazione ne elimina 4.500 ml/minuto. Il trattamento, dunque, è sicuro, mentre la sua efficacia è dimostrata da numerose ricerche scientifiche.

CO2 UNA BOCCATA D’OSSIGENO PER LE GAMBE
Quali sono i benefici della carbossiterapia a livello vascolare? Secondo alcuni studi entrati di diritto nella letteratura medica, la carbossiterapia è efficace nella cura delle patologie venose e linfatiche in quanto riattiva la microcircolazione, così da alleggerire il carico dei vasi sanguigni e accrescere l’ossigenazione dei tessuti. In particolare, l’anidride carbonica iniettata per via transdermica ha un effetto riabilitativo sul microcircolo, in quanto determina una vasodilatazione arteriolare e meta- arteriorale con aumento della velocità del flusso sanguigno, un’apertura de i capillari e un aumento della percentuale di ossigeno nei tessuti, migliorando così lo stato di malattie causate dall’insufficienza venosa cronica. Quest’ultima, sempre più diffusa nei Paesi occidentali, colpisce in prevalenza le donne e la sua diffusione è direttamente proporzionale con l’avanzare dell’età.

Testimonianza degli effetti benefici che la carbossiterapia ha sul sistema venoso e linfatico sono i risultati di uno studio pilota realizzato nella struttura ambulatoriale che dirigo a Dolzago (Lecco). Da gennaio 2020, 80 donne di età compresa tra 40 e 70 anni, affette da malattia venosa cronica e con sintomi variabili, sono state sottoposte a terapia con carbossiterapia (con un ciclo di sei sedute). I risultati evidenziano un progresso positivo della sintomatologia nell’80% delle pazienti e una riduzione dei sintomi nel 20% dei casi. Già dopo le prime sedute di carbossiterapia, è stato possibile notare un miglioramento dei piccoli capillari, della sintomatologia legata alla stasi venosa, oltre che una considerevole riduzione dei dolori e dei gonfiori.
Ma i benefici della carbossiterapia non finiscono qui. Riattivando la microcircolazione, le iniezioni di CO2 stimolano le cellule del derma a produrre una quantità maggiore di acido ialuronico, collagene ed elastina. Rompe anche la membrana dell’adipocita con conseguente effettolipolitico e lipoclasico, senza danneggiare il tessuto connettivo, i vasi e le strutture nervose circostanti.
È proprio per questi meccanismi d’azione sul nostro metabolismo cellulare che la carbossiterapia è diventata negli ultimi anni un trattamento così ambito sia in medicina estetica sia in chirurgia plastica.

CARBOSSITERAPIA, ECCO COME SI SVOLGE UNA SEDUTA
Il trattamento con carbossiterapia per gambe più sane e belle può essere effettuato in regime ambulatoriale e non necessita di anestesia. Una seduta dura in media 30 minuti, mentre la terapia è eseguita a cadenza mono o bisettimanale. Un ciclo, invece, è costituto da un numero di sedute variabili in base alla gravità della patologia da curare (in media 6-10) e può essere ripetuto due o tre volte l’anno.
Prima di procedere con il trattamento vero e proprio, lo specialista effettua un’attenta analisi del quadro clinico del paziente per poi sottoporlo a una visita flebologica che gli permetta di inquadrare estensione e cause dell’insufficienza venosa cronica.
Una volta effettuato questo studio, le sedute possono avere inizio.
L’anidride carbonica è iniettata nel tessuto cutaneo grazie a un sottilissimo ago monouso (lungo 13 millimetri) collegato tramite tubi a un dispositivo medicale certificato dal Ministero della Salute.

Questa apparecchiatura è dotata di bombole di gas medicali e stabilizzatori di temperatura così da modulare temperatura e velocità del flusso di iniezione dell’anidride carbonica.
Lo specialista, infatti, stabilisce sia la velocità con la quale il gas debba fuoriuscire, sia la quantità di CO2 da iniettare nell’area da trattare (da pochi millilitri sino a 4.500 ml per seduta). Ciò permette una personalizzazione della terapia che tenga conto della gravità della patologia, della sede dell’area da trattare, del risultato da ottenere così come del grado di sensibilità alla procedura mostrata dal paziente.
Solitamente, una volta che la CO2 inizia a diffondersi sotto cute, il medico fissa l’ago sulla pelle della gamba trattata con un cerotto e lascia che la diffusione stessa si completi fino alle quantità programmate. La facilità di diffusione della CO2 nel sottocute dipende dal grado di lassità del tessuto, per cui è variabile da persona a persona. In ogni caso, al termine della seduta, è possibile riprendere tutte le normali attività quotidiane, incluso tornare al lavoro.

(POCHI) EFFETTI COLLATERALI PER I PAZIENTI
Come detto, l’anidride carbonica non è tossica, essendo prodotta naturalmente dal nostro metabolismo cellulare. La carbossiterapia, quindi, è un trattamento sicuro che, come certifica la letteratura medica, non causa embolia, non aumentala pressione arteriosa né i livelli di CO2 nel sangue.
E sono escluse anche le reazioni allergiche o danni ai tessuti connettivi profondi. Ciò che, però, la carbossiterapia provoca è qualche effetto indesiderato, come la sensazione di fastidio da crepitio sottocutaneo, la possibilità di ecchimosi e una sensazione transitoria di arto pesante. Inoltre, l’intensità del fastidio durante il trattamento (un leggero bruciore che si avverte mentre il gas si espande sotto la pelle) è variabile da persona a persona.
Proprio per garantire un maggior comfort ai pazienti, i dispositivi medici di ultima generazione tendono a riscaldare il gas per portarlo già alla temperatura corporea, facendo così propri una serie di studi secondo cui un gas preriscaldato abbatta le sensazioni sgradevoli di bruciore e dolore. Gli effetti collaterali descritti sono comunque minimi e si risolvono spontaneamente in breve tempo. Effetti collaterali più gravi possono manifestarsi solo nel caso di una incorretta esecuzione della tecnica.
OFF-LIMITS PER FUTURE MAMME, IPERTESI E CARDIOPATICI
Come tutte le terapie mediche, anche la carbossiterapia presenta alcune controindicazioni. Per questo motivo, il trattamento di patologie vascolari con questa metodica è sconsigliato a pazienti affetti da insufficienza renale, epatica,cardiaca e respiratoria grave. Così come la terapia è off-limits per coloro che soffrono di tachiaritmie, tromboflebiti, trombosi e di ipertensione arteriosa grave. Inoltre, non possono essere trattate donne in gravidanza, neo mamme che stanno ancora allattando o pazienti sottoposti a terapia con acetazolamaide, diclofenamide o altri inibitori dell’anidrasi carbonica. Per tali pazienti, purtroppo, la carbossiterapia non può essere un’alleata. Né tantomeno una strategia di bellezza per le loro gambe.