a cura del Dr. Domenico Piccolo
Il problema della perdita dei capelli è spesso collegato all’invecchiamento e alla scomparsa di vigore. Nulla di più fuorviante, come vedremo. È vero tuttavia che la calvizie può arrivare a scontrarsi con lo stigma sociale ed essere causa di disagio psicologico per i pazienti, indistintamente uomini e donne. Anche giovanissimi.

Non mi ha pertanto stupito che sia questa una delle cause di accesso più frequenti nel mio studio: “Trichobiolight” è un trattamento che nasce proprio come risposta ad una esigenza diffusa. Il protocollo deve la sua efficacia alla sinergia dei tre vocaboli che ne formano il nome: trico che significa capello, bio che indica la bio stimolazione e “light”, ovvero luce.
Si tratta infatti di una metodica che sfrutta l’azione sinergica di una bio stimolazione fatta con sostanze che nutrono e attivano i follicoli: con infiltrazioni nel cuoio capelluto vengono iniettate vitamine, antiossidanti, acido ialuronico, sostanze sebo regolatrici ed antinfiammatorie, estratti di placenta. Alla bio stimolazione viene immediatamente abbinato un trattamento foto stimolante: applichiamo infatti sul paziente un “caschetto” che emette un luce a led rossa a 630 nm che seduta dopo seduta stimola il microcircolo garantendo una foto attivazione del follicolo ed andando ad ossigenare la cute e il bulbo pilifero.

All’interno di una recente pubblicazione su Dermathologic Therapy abbiamo avuto l’occasione di dimostrare che nell’83% dei pazienti trattati con “Trichobiolight” è stato certificato un inspessimento dei capelli.
Con questo protocollo infatti non facciamo nascere nuovi capelli ma inspessiamo quelli che già ci sono perché l’alopecia androgenetica, che è la principale causa di diradamento progressivo del cuoio capelluto, è caratterizzata da una progressiva miniaturizzazione dei capelli. Andando ad ottenere il suo inspessimento, di conseguenza il capello occuperà più spazio e volume: l’illusione è quella di una vera e propria ricrescita.

La seduta ha una durata piuttosto breve: ai cinque minuti circa di microiniezioni sul cuoio capelluto vanno subito abbinati quindici minuti sotto al “caschetto”, per la foto stimolazione. Durante la bio stimolazione si può avvertire un leggero dolore nel momento delle microiniezioni, ben sopportato anche perché il paziente ha normalmente una buona motivazione.
Subito dopo si torna alla normale routine quotidiana. Il protocollo prevede generalmente sei sedute, a distanza di un mese l’una dall’altra: è calibrato infatti sull’intero ciclo del pelo, che dura appunto sei mesi.
I risultati generalmente non si fanno attendere: mediamente, dopo tre sedute, sono ben visibili con i nostri strumenti e dopo sei sedute possiamo definirli consolidati. A quel punto si potrà passare alla fase di mantenimento, che prevede generalmente tre o quattro sedute all’anno a seconda della casistica.
Il protocollo terapeutico viene utilizzato con risultati soddisfacenti sia nella caduta stagionale che nelle forme croniche. Ed è adatto a tutti: uomini, donne e giovani che iniziano a soffrire del problema della miniaturizzazione dei capelli.

È consigliato anche a persone, senza limiti di età, che a seguito di un periodo di stress o post Covid o lavorativo soffrono di una caduta temporanea, ma a volte anche molto massiccia, dei capelli. In un ultimo una novità: in questo periodo stiamo testando “Trichobiolight” su casi di alopecia areata, che è una patologia cronica infiammatoria autoimmune che colpisce i follicoli piliferi del cuoio capelluto: i risultati sono molto incoraggianti, in alcuni casi addirittura eccellenti.

Con conseguente sollievo e grande soddisfazione dei nostri pazienti, dal momento che la calvizie agisce pesantemente sull’autostima delle persone, con effetti psicologici sempre più forti. Con “Trichobiolight” possiamo offrire una risposta efficace, tempestiva e non invasiva.